domenica 29 aprile 2018

Le prime impressioni sul draft 2018 dei Bucs


Si è da poco concluso il draft 2018 ed è tempo delle prime, sia pure sommarie, valutazioni circa l'operato del GM Jason Licht e dell'HC Dirk Koetter.

Comincerei dai dati di fatto oggettivi: alla vigilia del draft i Bucs avevano a disposizione 7 scelte, ma solo 2 tra le prime 100 chiamate, considerato che la pick terzo giro era stata utilizzata come contropartita per acquisire, nel corso della free agency, il DE Jason Pierre-Paul.

Ebbene, sia pure con un lieve sacrificio - un paio di "trade down" comunque non troppo significative - il draft dei Bucs si è chiuso con un totale di 8 scelte, con ben ben 5 giocatori selezionati tra i primi 100 rookie.

Questo vuol dire che Licht è riuscito, grazie soprattutto alla trade down al primo giro con i Bills retrocedendo dalla pick n. 7 alla n. 12 ma guadagnando due ulteriori scelte al secondo giro, ad aumentare la qualità delle chiamate, riuscendo a portare in Florida giocatori che, in buona parte, dovrebbero riuscire a fornire un contributo significativo sin dalla loro stagione da rookie.

Dopo la doverosa premessa, si può invece iniziare la discussione sulla bontà delle chiamate, se cioè le decisioni di GM e HC siano state le migliori possibili, per andare a colmare le tante lacune che, alla vigilia del draft, caratterizzavano il roster della squadra.

Credo che le principali discussioni possano riguardare la prima scelta di Tampa Bay; con la safety Derwin James ancora a disposizione, è stato infatti deciso di scegliere il DT Vita Vea, ottimo prospetto ma per rinforzare una D-Line già irrobustita notevolmente nel corso della FA, e che meno della secondaria necessitava di ulteriori innesti di valore.

Quella di Vea non la definirei però una scelta sbagliata, discutibile sì ma non sbagliata, nè mi pare corretto accostarla ad altre decisioni totalmente inaccettabili prese da Licht nel corso di draft precedenti (la trade up al secondo giro per scegliere il kicker Aguayo...). 

La linea difensiva è un reparto fondamentale in una sqaudra di football, e gli elementi di valore in questo settore non sono mai troppi. Ora i Bucs hanno qualità e profondità, e possono schierare una D-Line titolare ottima (Curry, McCoy, Vea, Pierre-Paul) oltre ad avere "rincalzi" di buon livello (Spence, Allen, Gholston, Clarke, Ward).

Dopo anni in cui ci siamo lamentati di una D-Line soffice e innocua, quest'anno le cose dovrebbero cambiare e per i QB avversari giocare al Raymond James Stadium non dovrebbe più rappresentare una domenica in assoluta tranquillità, con tutto il tempo necessario a disposizione per selezionare il ricevitore più libero...

Sulle altre pick, o perlomeno sulle posizioni che si è cercato di rinforzare, mi sembra che Licht e Koetter abbiano correttamente cercato di aumentare il livello di qualità dei reparti più in sofferenza. 

Con la prima pick del secondo giro abbiamo portato a Tampa uno dei principali prospetti a livello di RB, quel Ronald Jones che sarà probabilmente il RB starter sin da week 1 e che non dovrebbe far rimpianger Doug Martin (o perlomeno, il Martin delle ultime due stagioni).

Numerosi i rinforzi per la secondaria: da North Carolina arriva il versatile M.J. Stewart, CB che può giocare anche da safety, mentre proviene da Auburn l'altro CB, Carlton Davis, che con li suo 1,86 m di altezza diventa il cornerback più alto tra quelli presenti a roster. Anche il reparto delle safety registra un nuovo arrivo, quello di Jordan Whitehead da Pitttsburgh, che si spera possa fornire da subito un contributo in un reparto che ad oggi non offre molte garanzie (a roster abbiamo in pratica i soli Conte, Evans e Tandy).

Per rinforzare OL è arrivato Alex Cappa, scelto al terzo giro e proveniente da Humboldt St.; si tratta di un giocatore che in NFL verrà impiegato come Guardia benché al college sia stato utilizzato per lo più come Tackle. Speriamo che il ragazzo possa rivelarsi un buona addizione per un reparto che forse avrebbe meritato qualche attenzione in più (una delle pick al secondo giro, per esempio, poteva essere usata proprio per la OL).

Gli ultimi due giocatori scelti sono stati un WR (Justin Watson, da Pennsylvania) e un LB (Jack Chicy, da Wisconsin). 

Forse di un altro WR non c'era tutto questo bisogno, considerati i tanti ricevitori di valore già presenti a roster (Mike Evans, DeSean Jackson, Chris Godwin, Adam Humphries oltre ai "rincalzi" Bobo Wilson e Freddie Martino); buona invece l'idea di chiamare un LB, vista la scarsa profondità del reparto e l'infortunio a medio/lungo termine di Beckwith. 

In conclusione, mi è sembrato un draft abbastanza soddisfacente, quello di quest'anno, senza scelte "stravaganti" (a parte, come detto più volte, la decisione di preferire Vita Vea a Derwin James con la pick del primo giro) e con l'arrivo di giocatori che dovrebbero puntellare i reparti che più necessitavano di una iniezione di forze fresche e talentuose.

Poi, naturalmente, il draft è tutto tranne che una "scienza esatta" e sarà il terreno di gioco a dire se i vari Vea, Jones, Stewart, Davis & co, si riveleranno ottime chiamate, semplici mestieranti, o bust clamorosi. Ad ogni modo - "sulla carta" - un "B" mi sembra il giudizio più corretto per questo draft dei Bucs, a cui bisognerebbe aggiungere il DE Pierre-Paul, arrivato a Tampa grazie alla scelta del terzo giro del draft 2018.

Vedremo invece nelle prossime ore chi saranno gli "undrafted" rookie che verranno firmati da Tampa Bay, ossia quelle matricole che nessun team ha chiamato nel corso del draft e tra le quali ogni tanto accade anche di trovare elementi di valore in grado di strappare un posto nel roster di inizio stagione.

Riassumendo, ecco nella tabella i giocatori scelti al draft 2018 dai Tampa Bay Buccaneers:

RD.
PICK
PLAYER
POS.
COLLEGE
1
12
Vita Vea
DT
Washington
2
38
Ronald Jones
RB
USC
2
53
M.J Stewart
CB
North Carolina
2
63
Carlton Davis
CB
Auburn
3
94
Alex Cappa
G
Humboldt St.
4
117
Jordan Whitehead
S
Pittsburgh
5
144
Justin Watson
WR
Pennsylvania
6
202
Jack Chicy
LB Wisconsin

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